L’ingresso di una persona anziana in una casa di riposo è determinato da alcuni eventi che improvvisamente o gradualmente, ne riducono l’autonomia tanto da non permetterne la permanenza presso il proprio domicilio. Le cause che portano all’istituzionalizzazione sono spesso correlate a problemi legati all’abitazione.

Nell’inserimento in struttura per l’anziano viene a mancare la possibilità di allocazione e distribuzione del tempo e dello spazio, che sono gli ambiti fondanti della vita quotidiana. Nelle strutture mancano di norma le possibilità di decisione sugli ambiti della propria vita che stanno alla base dei processi di identità.

In Casa di Riposo, l’individualità del vissuto di ciascuno, va incontro alle pratiche dell’istituzione, trovando il punto di mediazione tramite l’autonomia più o meno importante che l’ospite porta con sé, e che rappresenta il suo ancoraggio al mondo esterno.

L’ingresso in struttura comporta un forte cambiamento cui l’anziano non può sottrarsi e che lo pongono di fronte ad una serie di perdite simboliche o reali ed alla necessità di investire su nuovi oggetti e relazioni.

Per far fronte a queste problematiche la nostra struttura va incontro alle esigenze di ciascuno, innanzitutto ricreando un ambiente accogliente e familiare, consentendo all’anziano di portare con se gli oggetti che più gli sono familiari e, se possibile, anche alcuni mobili, poltrone che lo aiutano a ricreare il proprio mondo. Nel frattempo cercando di mantenere e coltivare quelle autonomie che ancora l’anziano possiede. La nostra struttura, essendo in pieno centro storico, vive un rapporto intenso con il territorio circostante che l’anziano conosce bene e può continuare a vivere come proprio.

La possibilità di personalizzare la propria stanza, conducendo con sé arredi che provengono dal proprio domicilio, rappresenta il tentativo di dare continuità materiale e simbolica al percorso di vita precedente.

L’inclusione in una struttura residenziale, segna inoltre il passaggio, spesso rapidissimo, da una vita solitaria ad una vita collettiva, dalla cornice individuale ed intima del proprio domicilio, a quella impersonale dell’istituzione. Da quel momento in poi, l’universo collettivo sarà ben raffigurato dai volti degli altri anziani, che costituiscono, oltre alle regole dell’istituzione, l’orizzonte di vita quotidiano del nuovo ospite.

Molti sono i rischi legati all’ingresso in struttura, non sono solo di natura psicologica, ma anche di tipo fisico. Il momento dell’ingresso, vissuto dall’anziano/a come espulsione dal nucleo familiare, porta disorientamento, ansia e decadimento fisico. Fra le cause di aumento dei rischi legati alla salute vengono annoverati:

– mancanza di coinvolgimento nella decisione di riguardante l’ammissione nella struttura;

– visione del trasferimento come irrevocabile;    

– sensazioni negative rispetto all’allontanamento dal domicilio.

Per far fronte al disorientamento dell’ospite, le struttura prevede che l’ingresso di un nuovo ospite, avvenga tramite il rapporto con la famiglia. Questa relazione non è tuttavia sempre lineare, la famiglia può delegare completamente all’istituzione, oppure può mantenere il proprio ruolo di cura e sostegno anche dopo l’ingresso.

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